Forse non tutti sanno che anche ad Agrigento è possibile ammirare i pupi siciliani e conoscere un’altra pagina importantissima nella ricca storia della Sicilia. In centro storico, a pochi passi dal teatro Pirandello, in uno dei locali del’ex convento dei padri Filippini è ospitata la collezione dei pupi realizzati dal maestro Carmelo Guarneri. Sicuramente una visita all’esposizione è una buona idea per chi viaggia in famiglia perché i pupi possono stimolare la curiosità dei piccoli visitatori con le loro armature luccicanti e le piume variopinte sugli elmi.
Esperienza con i pupi siciliani
I pupi siciliani sono delle vere e proprie opere d’arte e per lungo tempo hanno rappresentato una importante fonte di intrattenimento in Sicilia.
Attraverso lo spettacolo dei pupi venivano tramandati oralmente valori universali come quello della fedeltà, del coraggio, dell’amore, del valore militare. I bimbi ascolteranno con piacere le storie dei paladini di Francia e saranno trasportati in un mondo fantastico di cavalieri, armi e amori.
L’opera dei pupi è custode di una tradizione che rischia di soccombere oggi davanti a nuove forme di intrattenimento. I pupari costituiscono un ricco patrimonio vivente che costituisce una eredità per il mondo e che va difesa…anche continuando ad apprezzarla.
La tradizione dei pupi siciliani
La tradizione dei pupi siciliani nasce tra la seconda metà dell’ottocento e gli inizi del nuovo secolo. Si tratta di un particolare tipo di marionette manovrate dall’alto che rappresentano prevalentemente personaggi delle narrazioni cavalleresche e del ciclo carolingio.
A differenza delle marionette del settecento, animate grazie ai fili, questi pupi sono manovrati anche con delle barre di metallo che consentono dei movimenti più rapidi e precisi, molto adatti per riprodurre degli scontri e i combattimenti tra Carlo Magno e i saraceni.
Le due scuole di pupari in Sicilia
In Sicilia si sono affermate due diverse scuole di pupari:
- La scuola Palermitana con pupi più piccoli (tra 80 cme e 1 m) che pesano circa 8 kg e hanno le ginocchia articolate che consentono ai pupi di essere più flessibili e, per esempio, di inginocchiarsi.
- Quella Catanese con pupi che arrivano a pesare 30 kg perché sono molto più alti e hanno le gambe fisse, che non si piegano e richiedono delle manovre molto diverse.
Come sono realizzati i pupi siciliani?
Queste particolari marionette hanno un’ossatura in legno e sono poi vestite di armature metalliche riccamente decorate. Le armature sono realizzate a mano in alpacca, rame e stagno. Sotto di queste i pupi indossano abiti di stoffa ricchi di dettagli ricamati. Le armature sono quelle tipiche del medioevo e distinguono gli eroi cristiani da quelli saraceni. I primi indossano un gonnellino e sulle armi hanno i simboli del loro casato: aquile, leoni, torri. Sugli elmi hanno piume variopinte e sono armati di spada e scudo. I saraceni, invece, indossano i pantaloni e un turbante. Sono armati di scimitarra e le loro armature sono decorate con mezzelune, stelle e altri motivi arabeggianti per essere più riconoscibili.
I protagonisti dell’opera dei pupi
Le storie messe in scena dall’opera dei pupi traggono ispirazione dal ciclo carolingio e dal mondo cavalleresco. Affondano le radici nell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto e nell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo ma si basano su una riscrittura in prosa che divenne la “Bibbia dei pupari” e che era “La storia dei Paladini di Francia” di Giusto Lo Dico (1858-60). Questa venne poi ripresa e ampliata da Giuseppe Leggio tra la fine del secolo e gli inizi del ‘900.
Le vicende narrate
Protagonisti sono i paladini a servizio dell’imperatore Carlo Magno, impegnati in una guerra immaginaria in difesa della cristianità contro i saraceni di Agramante, re d’Africa. La guerra termina con uno scontro terribile a Lipadusa (Lampedusa), dove i cristiani risultano vincitori.
Ai temi del valore militare e della fedeltà al proprio sovrano si uniscono le tematiche amorose in quanto i due più valorosi paladini: Orlando e Rinaldo, si innamorano della bellissima Angelica (principessa del Catai = Cina). Angelica fugge ed è protagonista di numerose vicende che, alla fine, la portano tra le braccia di Medoro. Egli era un fante saraceno rimasto ferito in uno scontro che la principessa incontra durante la sua fuga.
La pazzia di Orlando
Orlando, quando apprende la notizia, diventa pazzo. Accecato dal dolore si spoglia dell’armatura e usa la sua celebre spada – chiamata Durlindana – per distruggere tutto quello che incontra nel suo cammino. I suoi compagni si preoccupano perché sanno senza di lui non sarà possibile vincere la guerra. Il senno di Orlando è sulla luna, dove finiscono tutte le cose che si smarriscono sulla terra e Astolfo, in sella all’ippogrifo, va a recuperarlo. Orlando, dopo aver riacquistato la ragione, ritorna a combattere e riesce a porre fine alla minaccia dell’invasione saracena.
Nei poemi epici medievali, invece, Orlando rimane ucciso in Spagna, al passo di Roncisvalle, a causa del tradimento di Gano di Magonza.
Il successo dell’opera dei pupi
La tradizione cavalleresca in Sicilia ebbe una enorme fortuna e le storie di armi, di amore e incanti diventarono le principali storie dell’intrattenimento popolare grazie ai cantastorie e ai pupari.
Il teatro dei pupi presentava un mondo ideale, dove il bene trionfa, la giustizia vince sempre, l’inganno è punito e la lealtà viene giustamente ricompensata. L’universo cavalleresco che viene portato in scena è un luogo in cui il dolore diviene mezzo di espiazione e purificazione e lascia poi il posto alla gioia e alla speranza tipica di coloro che agiscono sempre in nome del bene e della verità.
Il pubblico
Il pubblico che seguiva lo svolgimento della storia “a puntate” per mesi e mesi partecipava attivamente alla rappresentazione. Per esempio interagiva incitando il paladino preferito e insultando l’odiato Gano, traditore o gli avversari.
Il fascino del popolo siciliano per questa forma d’arte che mette in scena battaglie contro gli invasori è stata da alcuni studiosi messa in relazione con la storia tormentata dell’isola, ripetutamente terra di conquista. Il tema della giustizia, in questo contesto, era molto sentito perché rappresentava la promessa di una ricompensa dopo le ingiustizie subite.
L’opera dei pupi oggi
L’avvento del cinema e della televisione hanno messo in crisi questa forma di intrattenimento che non è scomparsa grazie alla tenacia di alcune famiglie di pupari che hanno continuato la tradizione dei padri e dei nonni. Possiamo ricordare i Cuticchio e i Macaluso a Palermo, i Napoli a Catania e i Mauceri a Siracusa.
Lo studioso Antonio Pasqualino, inoltre, ha fondato il Museo Internazionale delle Marionette che ha sede a Palermo e vi consiglio di visitare insieme al Teatro della famiglia Cuticchio. A Catania, invece, c’è il Teatro Stabile dei Pupi dove si esibiscono i fratelli Napoli.
Insoma…non avete che l’imbarazzo della scelta per contribuire alla sopravvivenza di questa splendida tradizione.
Informazioni utili
Potete visitare l’esposizione tutti i giorni secondo i seguenti orari:
da martedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00; domenica e lunedì dalle 9.00 alle 13.00.
Telefono:
0922590141 Pro loco Agrigento
Indirizzo: Via Atenea, 274, 92100 Agrigento AG
Per concordare una visita alla scoperta di questa affascinante storia della nostra tradizione non vi resta che scrivermi! Sarò lieta di accompagnarvi.
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Grazie, Laura