Borgo Parrini è una piccola frazione del comune di Partinico, nella provincia di Palermo, caratterizzato da casette colorate e decorate in pieno stile Gaudì. Se trascorrerete qualche giorno nella Sicilia occidentale, amate il turismo lento e volete scoprire un angolo insolito della Sicilia sicuramente questo itinerario vi piacerà! Si trova a breve distanza dall’aeroporto di Punta Raisi, lungo la strada che collega Palermo a Trapani e sarà una piacevole deviazione. Si visita in un’ora ma vi regalerà dei grandi sorrisi e delle bellissime foto colorate.
Perchè si chiama Borgo Parrini?
Questo nome curioso deriva dal fatto che i campi intorno a Partinico nel 1500 furono acquistati dai padri Gesuiti. Il nome parrini, infatti, in siciliano significa proprio preti! Quindi era un’area gestita dai religiosi costituita da una piccola chiesa di campagna dedicata a Maria Santissima del Soccorso e un convento attorno a cui, in seguito, sorse il borgo con gli alloggi per i coloni e i braccianti agricoli, i magazzini per i prodotti raccolti, le torrette di avvistamento per i campieri che consentivano di controllare il territorio.
Nel 1767, poi, questo borgo divenne proprietà del principe francese Henri d’Orleans che vi impiantò una azienda agricola per la produzione del Moscatello dello Zucco, un vino che presto divenne molto apprezzato e ricercato. Dopo la seconda guerra mondiale molti degli abitanti preferirono trasferirsi in città e il borgo rimase quasi disabitato e quindi iniziò la sua inevitabile decadenza.
Oggi vi abitano pochissime persone che, tuttavia, negli ultimi dieci anni, hanno deciso di dare al borgo una nuova vita. L’imprenditore Giuseppe Gaglio ha avuto l’intuizone di renderlo un luogo insolito e ha avviato una ristrutturazione delle case secondo lo stile dell’artista catalano Gaudì.
Le facciate delle case sono colorate con tinte vivaci e scritte, i muri recano decorazioni a mosaico e piastrelle variopinte e il piccolo borgo è diventato un luogo molto visitato dai viaggiatori, soprattutto da chi ama i luoghi “instagrammabili”. Questa breve tappa (un’ora circa) vi regalerà un’immersione in una atmosfera fiabesca e tanti sorrisi.
Cosa fare a Borgo Parrini
1. Visita al museo del carretto siciliano
Appena arrivati troverete ad accogliervi un ampio parcheggio nel quale lasciare comodamente la vostra auto per iniziare la vostra passeggiata lungo le vie del Borgo. Una delle prime case che incontrerete è il laboratorio artigianale di Filippo Grillo, legato alla storia dei carretti siciliani che ospita un piccola esposizione etnoantropologica all’interno. Già da fuori questo laboratorio attirerà la vostra attenzione per le sue decorazioni: due grandi pupi siciliani dipinti sulla facciata vi invoglieranno a varcare la soglia e vi troverete immersi nell’atmosfera di un’antica bottega di pittori. Gli artigiani, tra una pennellata e l’altra, vi racconteranno la storia del loro mestiere e, con appena 3 euro, vi illustreranno la “collezione Grillo” legata alla storia del carretto siciliano e vi trasporteranno in un affascinante viaggio nella Sicilia di quell’epoca. Vi sembrerà di sentire il rumore delle ruote dei carri sul basolato o le voci dei carrettieri che “abbanniano” per vendere la loro merce.
Alcuni reperti originali, inoltre, vi permetteranno di scoprire da vicino com’erano costruiti i carretti e quali erano le principali differenze tra i carretti di scuola palermitana (con fondo giallo e sponde più basse) e quelli di scuola catanese o ragusana (con fondo rosso e sponde più alte). Scoprirete, ad esempio, che uno dei motivi firma che ricorre con maggiore frequenza negli esemplari di scuola palermitana è l’angelo, poi sostituito da un grande volatile (forse un condor) e come le scene illustrate sui carretti fossero una sorta di investimento di marketing…servivano ad attirare l’attenzione della gente sui carretti e quindi sulla merce che i mercanti trasportavano. Più i carretti erano belli, più destavano interesse, ammirazione e anche invidia.
Un simpaticissimo reperto della zona di trapani, addirittura, nella sponda posteriore ha il disegno di un cane che rosicchia l’osso e una scritta molto eloquente: “crepi l’invidia”, quasi una frase apotropaica, per proteggere il carretto e il carrettiere, simile a quelle frasi che oggi si trovano sui camion.
Alcuni splendidi carretti, poi, erano decorati con le storie di Orlando e Rinaldo e dei paladini di Francia o con immagini religiose, anche queste per invocare una sorta di protezione divina sul mezzo di lavoro. I carrettieri erano sempre per strada e spesso venivano attaccati da briganti che saccheggiavano la merce e rubavano loro l’incasso.
Un’ultima sezione è dedicata alla vita quotidiana dei carrettieri, con la ricostruzione di uno dei luoghi di sosta che utilizzavano durante i viaggi e di una casa. Le case dei carrettieri avevano una grande porta perchè il carretto e il cavallo la sera venivano accolti dentro casa, per essere al riparo da eventuali furti.
2. Visita all’esposizione degli origami 3D
In un’altro edificio poco distante è ospitata un’esposizione di bellissimi origami tridimensionali realizzati con la carta dei gratta e vinci da Emilio, un simpaticissimo pensionato che vi spiegherà come dall’incastro di tanti piccoli moduli in carta nascono le sue opere. Emilio si trova a Borgo Parrini il sabato e la domenica per il momento (consultate la sua pagina fb per maggiori informazioni).
3. Passeggiata per le vie del borgo
Passeggiando per le vie del borgo noterete che le case hanno le facciate di colori vivaci decorate con mosaici di piastrelle, scritte, murales e vi sentirete immersi in un’atmosfera quasi da fiaba. Passerete davanti alla piccola chiesa dedicata a Maria Santissima del Rosario, anche questa da poco restaurata. Vi troverete in una piazzetta piena di fiori e di piante ornamentali e potrete gustare un caffè o una granita seduti al caffè letterario “i Campanili”, in una delle panchine a mosaico che tanto richiamano quelle di Barcellona.
4. Visita all’esposizione etnoantropologica nell’ex convento dei gesuiti
Uno degli edifici che attirerà la vostra attenzione è quello in azzurro che ospita all’esterno alcuni oggetti: Pinocchio di legno a grandezza naturale seduto a un vecchio banco di scuola e una lavagna di ardesia ornano un angolino delizioso per scattare delle foto divertenti. Entrando scoprirete un’esposizione di oggetti storici legati alla vita nel borgo: le mense di san Giuseppe, gli attrezzi agricoli, la “pagliarola” dove dormivano i più piccoli, la tavola apparecchiata con il servizio della festa etc. Sarete accompagnati dalla narrazione del proprietario che vi condurrà a scoprire la vita quotidiana di un piccolo borgo siciliano di qualche secolo fa per pochi euro.
Borgo Parrini – Come arrivare
Da Palermo: dista 47,1 km (50 min in auto), prendere l’autostrada A29 in direzione Mazara del Vallo ed uscire a Partinico, poi seguire le indicazioni per il Borgo.
Da Trapani: dista 68 km (50 min in auto), immettersi in autostrada A29 in direzione Palermo, prendere l’uscita Partinico e seguire le indicazioni per il Borgo.
Google Maps suggerisce di uscire a Montelepre ma li abbiamo trovato un cartello che ci suggeriva di tornare indietro e proseguire fino a Partinico e non abbiamo avuto problemi a trovare il sito.
Se avete seguito questo itinerario e avete trovato utili i miei consigli condividete l’articolo e scrivetemi le vostre impressioni.
Se volete leggere qualche altro itinerario che amo li trovate qui.
A presto, Laura