Burgio è un piccolo paesino nella provincia di Agrigento raggiungibile facilmente in auto in meno di un’ora. Se trascorrerete qualche giorno nella Sicilia occidentale, amate il turismo lento e volete scoprire le tradizioni autentiche della Sicilia e siete alla ricerca di prodotti tipici sicuramente questo itinerario vi piacerà! Un luogo lontano dai grossi flussi turistici che vi consentirà di arricchire il quadro storico della Sicilia grazie alla sua ceramica smaltata dalla caratteristica colorazione gialla e verde.
Passione per la ceramica
Chi mi conosce sa che io ho una grande passione per la ceramica (di tutte le epoche) per la mia formazione di archeologo e ceramologo. Ecco perchè sono sempre stata incuriosita da chi, ancora oggi, produce ceramica con tecniche antiche come la Famiglia Caravella a Burgio. Vedere un pezzo di argilla che sul tornio prende una forma regolare per me è come una magia e mi piacerebbe moltissimo, prima o poi, imparare o almeno provarci.
Come regalo per i miei 40 anni ho ricevuto un bellissimo servizio da tavola in ceramica di Burgio e avuto l’occasione di visitare la bottega dei Caravella che ha un fascino incredibile. L’esperienza è stata la parte più bella del regalo, soprattutto pechè è stata la prima “uscita” dopo mesi di lockdown!
La bottega della famiglia Caravella a Burgio
Quando si entra nella bottega si ha proprio l’impressione che il tempo si sia fermato. Siamo stati accolti dal Sig. Caravella che, continuando la tradizione di famiglia, lavora la ceramica nella bottega attiva dal 1850. Oggi lavora insieme alla figlia che rappresenta la quarta generazione di ceramisti e prosegue la tradizione.
Inutile dirvi che ho trascorso alcune ore all’interno del laboratorio. Guardandomi intorno ho visto da un lato gli oggetti “crudi” finiti messi ad asciugare prima di essere cotti nel forno e dall’altro i prodotti finiti, pronti per la vendita. Vicino al tornio ho notato i pigmenti colorati che poi in cottura cambiano colore: il rosso diventerà il verde ramina ad esempio etc. Oggi si utilizza un forno moderno ma nel retro della bottega c’è un bellissimo forno del 1500.
Gli oggetti sono tutti realizzati interamente a mano e per questo imperfetti e unici. Per scegliere 12 piatti e 12 bicchieri, ad esempio, ho dovuto confrontarli uno per uno per cercare di ottenere le misure più simili possibile.
I Caravella ci hanno illustrato passo passo tutti i processi di lavorazione aiutandoci a comprendere il lungo processo che, di generazione in generazione, hanno conservato fino a oggi.
Dalla cava alla tavola
Il processo inizia con la raccolta dell’argilla che ancora oggi eseguono personalmente nelle colline circostanti. Il periodo più adatto è quello alla fine delle piogge invernali, prima che il sole diventi troppo forte.
L’argilla raccolta viene portata nella bottega e accumulata in una vasca nella prima stanza dove poi si lavora con acqua e si pesta con i piedi fino a ottenere un impasto omogeneo. Un lavoro lungo e faticoso per preparare la materia prima.
Poi si inizia a lavorare sul banco di lavoro con il tornio e gli oggetti vengono messi ad asciugare per raggiungere la giusta consistenza prima di essere cotti nel forno che si trova nella stanza adiacente.
Dopo una prima cottura le ceramiche vengono decorate e smaltate e poi entrano nuovamente nel forno per fissare i colori e ottenere la “vetrina” superficiale che contraddistingue queste maioliche.
Le ceramiche smaltate di Burgio – La storia
La produzione di ceramica smaltata a Burgio sembra iniziare alla fine del XVI secolo in seguito alla presenza nel territorio di cave d’argilla di buona qualità nei pressi del torrente Garella. Proprio in quella zona si trasferirono alcune maestranze provenienti da Caltagirone iniziarono la produzione delle tipiche maioliche policrome. I ceramisti furono attirati dalla disponibilità di acqua, argilla e carbone in quel territorio. Per diversi secoli i colori e i decori seguironono gli schemi delle ceramiche calatine.
Dalla seconda metà dell’ottocento i colori caratteristici di queste ceramiche invetriate diventano il giallo ocra del fondo, il marrone delle linee realizzato col manganese e il verde ramina dei decori che ancora oggi si possono ammirare girando all’interno del laboratorio.
Burgio, cosa vedere
Burgio – Museo della ceramica – MUCEB
Potete arricchire il vostro itinerario con una visita al Museo della ceramica di Burgio per conoscere meglio la storia delle maioliche prodotte in questo centro della Sicilia occidentale. Il museo è ospitato nell’ex monastero adiacente alla chiesa di Santa Maria delle Grazie che domina il paese dall’alto. A questo link trovate le informazioni per la vostra visita.
Per chi volesse approfondire segnalo questa pubblicazione a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento sui rinvenimenti da recenti scavi a Burgio, disponibile online.
Altro testo, invece, è dedicato al MUCEB.
Burgio – Fabbrica di campane
A Burgio, inoltre, esiste l’unica fonderia artigianale di campane del Sud Italia. La Fonderia Virgadamo è nata nel 1500 e ancora oggi continua la produzione artigianale di campane. Sicuramente questo è un altro “viaggio nel tempo” che piacerà a grandi e piccini. La visita, infatti, consente di scoprire come nasce una campana e ascoltarne il suono.
Questi sono i loro contatti.
Burgio – Museo delle mummie al convento dei Cappuccini
In ultimo, anche se io non amo molto questo genere di luoghi, vi segnalo la possibilità di visitare il museo delle mummie presso il convento dei Cappuccini (che però sconsiglio ai più piccoli). Questo è il link per i contatti.
Se avete seguito questo itinerario e avete trovato utili i miei consigli condividete l’articolo e scrivetemi le vostre impressioni.
Se volete leggere qualche altro consiglio per Agrigento e dintorni li trovate qui.
A presto, Laura